di Giulia Del Vecchio
Al giorno d’oggi si sente spesso parlare di crisi economica: pochi posti di lavoro, poche speranze per i giovani, stipendi estremamente bassi, tantissime famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese… La crisi economica c’è, ed è inutile negarlo, ovviamente ogni singolo individuo l’affronta in maniera differente, c’è chi si piange addosso, chi incolpa il sistema politico, chi trova rifugio nei falsi miti, nascondendosi dietro un’immagine, chi maschera questa crisi acquistando oggetti di un valore più elevato. Sempre più gente ha un I-phone in mano, fatica a ritagliarsi tempo per recarsi in Chiesa perchè deve seguire corsi su corsi, dal nuoto alla pallavolo, dall’equitazione alla danza, sempre più persone indossano abiti di alta classe, tutte le più grandi firme a livello mondiale e magari poi scopri che conducono una vita di stenti e fatiche: “Almeno nella società, appaiono, si assicurano quel posto ambito da molti.”
L’unica crisi che riesco a scorgere oggi è la crisi di valori, di punti saldi nella propria vita. Insomma, essere qualcun’altro è la nuova tendenza e sembra che tutti siano alla moda.
Il nostro, oggi, è un mondo sincretico fatto di esteti e moralisti. Anche la vita cristiana, come quella mondana si sta riducendo ad un apparire, uno sceneggiare, un “teatrare” inutile e blasfemico, infatti l’apparire diventa maggiore in proporzione alla pochezza della fede: non avendo nulla da offrire, si offrono simboli di una realtà che si dichiara, senza essere vissuta a pieno.
L’estetismo, al giorno d’oggi è la goffa risposta alla non adesione a Cristo. Dio viene negato perchè non lascia spazio alla propria visione della vita che è nei pressi di Dio ma non di Dio. Dunque il Cristianesimo finisce per essere schiacciato dall’umanità odierna. Si finisce per creare un Dio a propria immagine e somiglianza a secnda dei nostri gusti e delle nostre possibilità, dei nostri limiti.Vengono nascosti i limiti di ciascuno di noi, coperte le nullità, esaltate le risorse e spostata l’attenzione dalla sostanza all’apparenza. Il Cristiano, figlio della cultura prevalente, cerca disperatamente di coniugare il messaggio biblico ed evangelico con la sua condizione, offendendo prima di tutto se stesso, ma non avendo forza e coraggio e mangari neanche voglia, snatura il messaggio, lo addomestica.
Si può essere più banali?…Bho!
vabbe!
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